La cartuccia calibro .45 Colt (denominata anche .45 Long Colt o .45 LC ed anche talvolta 11,4x33mmR) è coeva alla diffusione del revolver COLT Single Action Army model 1873 in singola azione.
Secondo quanto riportato dal “Barnes” la .45 Colt è la munizione, non disgiunta dall’arma, che ha contribuito alla civilizzazione e all’assestamento politico del West Americano.
Già all’epoca la .45 Colt si guadagnò un’ottima reputazione con i sui quasi 50 Kgm di energia generati dalla generosa palla del peso di 255 grani.
I camposanti sorti ai margini delle cittadine del vecchio west tra la fine del 1800 e per buona metà del secolo successivo erano pieni di persone morte in quanto venutesi a scontrare con palle del .45 Colt.
All’epoca della sua diffusione questa cartuccia era dotata di una palla in piombo tenero di forma troncoconica del peso di 255 grani spinta da 40 grani di polvere nera ed erogava, alla volata delle single action army Colt, una velocità di circa 246/250 m/sec.
Nel prosieguo, nella prima decade del 1900, la carica di polvere nera fu sostituita da quella infume, dapprima furono balistiti e poi polveri a base di nitrocellulosa, tutte in grado di duplicare se non superare le prestazioni originarie della munizione a polvere nera giungendo alla soglia dei circa 58 Kgm.
La capacità del bossolo del .45 Colt è davvero notevole e decisamente esagerata se rapportata alle polveri infumi attuali. In punto propellenti questa cartuccia predilige polveri vivaci che dimostrano ottima regolarità di combustione diversamente dalle polveri leggermente più progressive.
Allo stesso modo, per consentire una ottimale combustione della modesta carica di lancio nella notevole volumetria del bossolo è necessario che anche i proiettili siano dotati di peso adeguato.
Con palle relativamente leggere del peso di 200/230 grani, qualora la carica è di poco sotto la norma, non è garantita la regolare combustione e si rilevano colletti anneriti e residui di polvere incombusta. In buona sostanza i risultati più coerenti si realizzano con l’impiego di palle tra i 250 e i 265 grani utilizzando polveri abbastanza vivaci del tipo Vihtavuori N320, , WW 231, Norma R1, Vectan BA10, B&P PELF 26, e similari.
I principali dati dimensionali della cartuccia sono i seguenti :
– Diametro del colletto = 12,20 mm circa
– Diametro del fondello = 13,00 mm
– Spessore del fondello = 1,50 – 1,55 mm (circa)
– Lunghezza massima del bossolo = 32,60 mm
– Diametro massimo della palla = 11,48 mm (.452″)
– Lunghezza massima della cartuccia (O.A.L.) = 40,65 mm
– Passo di rigatura (generico) = 1 giro in 406 mm.
– Innesco (tipo) = Large Pistol Standard
La . 45 Colt è ritornata alla ribalta grazie al diffondersi del “tiro western” (cow-boy action shooting) .
La sua ricarica è abbastanza facile in quanto i bossoli sono facilmente reperibili presso qualsiasi armeria, altrettanto dicasi per le poveri e per gli inneschi del tipo Large Pistol Standard.
Le munizioni commerciali sono attualmente prodotte dalle principali fabbriche di cartucce tipo: Winchester, Hornady, Federal, Magtech, Fiocchi ed altre
Le Colt single action di prima generazione presentavano forature di canna di .454” e dopo la II Guerra Mondiale la ripresa della produzione da parte della Colt dello stesso modello si basava su forature di .451 – .452” e, simili requisiti contraddistinsero le tante repliche Italiane e non del leggendario revolver Americano.
foto sotto: Colt SAA Seconda generazione
Alcune fonti bibliografiche sconsigliano l’utilizzo di palle del .45ACP che notoriamente hanno diametro di .451-.452 per la ricarica del .45 Colt per motivi di scarsa precisione rifacendosi al problema della foratura delle canne.
Bisogna fare molta attenzione al tipo di arma in cui si intende utilizzare le cartucce .45 Colt. Ovviamente con una Colt originale dell’epoca (comprendendo in tale definizione tutti i modelli di 1° generazione) o con altre armi di non solida fattura, risalenti maggiormente alla prima metà del secolo scorso, è necessario che le velocità non eccedano i 250 m/s con le palle da 250 – 260 grs. (quelle maggiormente utilizzate).
Con le polveri vivaci in dosi di poco oltre la norma, è molto facile che si verifichino sovrappressioni che, nella migliore delle ipotesi, possono creare rigonfiamenti alle camere del tamburo in corrispondenza dei recessi in cui si incastra il dente di fermo del tamburo stesso relativamente alle armi di tale morfologia meccanica.
Bisogna anche fare attenzione, in sede di ricarica, di mantenere la lunghezza massima della cartuccia intorno ai max 41,5 mm onde evitare che la zona apicale delle palle non di forma adeguata, possa interferire con la rotazione del tamburo.
Fare altresì molta attenzione al fatto che la generosa volumetria del bossolo non disgiunta dall’utilizzo di polveri vivaci non aiuta il ricaricatore nella verifica visiva ai fini di evitare una eventuale doppia dose di polvere, con risultati molto pericolosi.
Circa dosi e polveri utilizzabili si consiglia visionare i manuali aggiornati delle polveri in commercio